Educazione di base

“Il mio cane non obbedisce, non torna al richiamo, tira al guinzaglio, non posso lasciarlo solo in casa, è aggressivo”… e qualche volta “è cattivo”. Quante volte sentiamo un proprietario lamentarsi così?

Il cane non è né buono né cattivo: qualità e difetti, questi, che sono propri dell’essere umano. Il cane segue semplicemente le sue antichissime leggi naturali per stabilire il suo posto nell’ambiente che lo circonda. E queste leggi le segue secondo il suo carattere, che può essere forte o remissivo, e secondo le sue capacità fisiche. Un cane tendenzialmente aggressivo, timoroso o eccessivamente vivace ha stabilito una gerarchia non corretta all’interno del “branco” in cui vive. Forse non tutti lo sanno, ma il cane vede la famiglia come il suo branco e quando non incontra un capobranco autorevole, a cui dare fiducia e quindi obbedienza, cerca per istinto di prendere la guida del gruppo. 

Ed ecco i molti casi di “cane padrone”, quello che non riconoscendo l’uomo come suo superiore organizza la sua vita da solo, disubbidendo o arrivando anche, nei casi più gravi, ad aggredire. Impostare il rapporto col cane come una prova di forza fisica è inutile e dannoso. Sta all’uomo comprendere il linguaggio del cane, che ci dà segnali continui anche se spesso non ce ne accorgiamo, e su questa base governare il suo comportamento per educarlo a vivere in mezzo alla gente e ai suoi simili. 

Non dimentichiamo che questa è una nostra responsabilità di fronte a lui e di fronte alla società. Questa operazione, relativamente più semplice con il cucciolo, può richiedere un diverso tipo di attenzione con il cane adulto, soprattutto con quello che ha un passato del quale sappiamo poco o, come i cani adottati in canile, si trova catapultato in un ambiente completamente diverso da quello in cui viveva e quindi non ha avuto ancora modo di mostrare appieno la sua indole. Ma nulla vale quanto la gioia di “ricostruire” armoniosamente un cane o perfino, come è accaduto qualche volta al campo, di recuperare un cane già a rischio di eutanasia… 

Dobbiamo dunque educare il nostro cane, e per far questo dobbiamo educare noi stessi insieme con lui. I corsi di educazione di base, aperti a tutti i cani dai cinque-sei mesi di età in poi, sono frequentati da un binomio formato dal cane e dal proprietario, che è il suo conduttore, sotto la guida di un istruttore. Il corso si svolge in gruppo, per permettere la socializzazione del cane e correggere eventuali timori o aggressività in presenza di estranei o di altri cani. Il primo scopo è portare il cane a riconoscere il padrone come punto di riferimento. 

Con l’obbedienza si insegna una serie di comandi e comportamenti che risulteranno utili nella vita quotidiana, come la condotta al guinzaglio, il “seduto”, il “terra”, il “resta”, il richiamo. Tutto è impostato sul gioco, come i semplici esercizi di agility che si aggiungono durante il corso per aprire e sciogliere il cane… e consentirgli di obbedire divertendosi.

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